Ansia! Cosa mi succede?
Ansia! Cosa mi succede?
- Introduzione
-
I disturbi d’ ansia
-
Che cos’è l’ ansia? Breve spiegazione biologica
-
Ansia fisiologica e patologica
-
Le cause dell’ ansia patologica
-
I sintomi dell’ ansia
-
Le conseguenze dei disturbi d’ ansia
-
La diagnosi dei disturbi d’ansia
-
I Trattamenti dei disturbi d’ansia
- Consigli utili
“Ho paura”, “mi sento impazzire”, “non ce la faccio più”, “l’idea mi evoca angoscia”, “sono stanco ormai”. Queste sono solo alcune delle affermazioni che lamentano le persone che incontro. Proviamo ad immaginare il disturbo d’ansia come se fosse un puzzle; alcuni aspetti della mia vita (tessere del puzzle) o la mia vita in generale (il puzzle completo), possono essere in parte o totalmente influenzati da questo disturbo. Quali tessere del puzzle identificano la sua ansia? Su un aspetto o su diversi? In caso fossero diversi aspetti, quale sarebbe quello maggiormente influenzato?
Che cos’è l’ ansia? Iniziamo con il dire che è uno stato emotivo che conduce a diversi disturbi. Ciascuno di questi disturbi ha i propri sintomi ed il proprio trattamento. Per fare chiarezza, nella figura seguente, ho sintetizzato quelli che sono convenzionalmente riconosciuti come disturbi conseguenti ad uno stato ansioso disfunzionale. Per “disfunzionale” intendo uno stato che nuoce alla persona:
I disturbi d’ ansia sono attualmente suddivisi in:
- Disturbo d’ Ansia Generalizzato (DAG): si tratta di uno stato costante di tensione e preoccupazione.
- Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) con o senza agorafobia: il panico, è uno stato di intensa paura associato alla comparsa di sintomi fisici (es. dispnea, tachicardia, dolori al petto, tremori, rigidità muscolare, ecc.) e pensieri catastrofici (es. paura di morire, di impazzire, di svenire). L’agorafobia, è la paura di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile allontanarsi o procurarsi aiuto (es. grandi magazzini, cinema, concerti, ecc.).
- Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): è un disturbo caratterizzato da pensieri frequenti ed intrusivi che provocano ansia la quale può essere prevenuta o ridotta grazie a comportamenti e/o atti mentali ripetitivi che la persona si sente costretta a mettere in atto.
- Fobie Semplici e Fobia Sociale (FS): si tratta di una intensa risposta di paura ad un oggetto o situazione.
- Disturbo post-traumatico da stress (DPTS): è un disturbo d’ ansia che sorge in seguito ad un trauma. I sintomi possono essere differenti come, ad esempio, paura intensa, sentimenti di impotenza, ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi, disagio psicologico intenso in situazioni che rievocano il ricordo, evitamento di situazioni associate al trauma, difficoltà legate al sonno, irritabilità, difficoltà di concentrazione, ipervigilanza.
In questo articolo non parleremo dei disturbi specifici appena elencati ma cercherò di spiegare che cos’è il “sentimento” che chiamiamo “ansia”, le cause, i sintomi, la diagnosi, i trattamenti e alcuni consigli su come provare ad affrontarla.
Il nostro organismo è una splendida macchina che negli anni ha sviluppato, cambiato o mantenuto meccanismi utili alla protezione e difesa di noi stessi. Se dicessi quindi che l’ ansia è stata mantenuta nel corso della storia dell’essere umano per difenderci, sembrerebbe una affermazione bizzarra. Cerchiamo di capire di che cosa si tratta.
Sia l’essere umano che l’animale hanno, a livello cerebrale, delle aree deputate al controllo delle emozioni. Fra queste ultime troviamo la “paura”. Quando il nostro organismo percepisce uno stimolo pericoloso attiva una sorta di “allarme” il quale innesca cambiamenti nel corpo e nella mente che si influenzano a vicenda. I primi servono a far reagire l’organismo alla situazione (es. attacco?, scappo?, mi blocco?) mentre gli altri servono a valutare il da farsi.
L’ ansia, è quindi uno stato emotivo che deriva dalla paura. Avverto quindi uno stato d’ansia come reazione ad uno stimolo che valuto come potenzialmente pericoloso. Facciamo degli esempi per essere più chiari:
PAURA | IDEA DI POSSIBILE PERICOLO | MANIFESTAZIONE D’ANSIA |
Animali e/o insetti | Morso, dolore, sanguinamento, attacco, ecc. | Quando incontro animali e/o insetti |
Giudizio delle persone | Derisione, non essere accettati, fare figuracce, ecc. | Momento in cui devo affrontare situazioni sociali |
Guidare | Incidente, morte, danni fisici, ecc. | Momento in cui guido nel traffico, in galleria, in tangenziale, ecc. |
Luoghi affollati | Soffocamento, mancanza di vie di fuga, morte, ecc. | Quando mi trovo nei cinema, concerti, supermercati, ecc. |
Non farcela | Fallimento, non riuscita, difficoltà future, ecc. | Impegni quotidiani |
Per riassumere quindi, abbiamo detto che l ansia è il risultato di un’emozione, la paura, che viene utilizzata dall’essere umano per proteggersi da stimoli riconosciuti come “potenzialmente dannosi”.
Alcune persone riconosceranno, negli esempi precedenti, situazioni vissute come fonte d’ansia mentre altri no. Come mai? L’ ansia viene definita come “ansia normale o fisiologica” e “ansia patologica”. Entrambe sono una risposta del nostro organismo ad uno stimolo ma la prima è una reazione normale mentre la seconda è una reazione “esagerata” se paragonata allo stimolo che l’ha scatenata. Se portiamo l’esempio del cane, l’ansia sarà fisiologica nel momento in cui saremo di fronte ad un cane che manifesta un probabile comportamento di attacco mentre sarà patologica se incontreremo un cane che, ignorandoci, passa distante da noi.
Il motivo per cui alcuni hanno paura dell’attacco di un cane, del giudizio negativo degli altri, dei luoghi affollati mentre altri no, è perché l’ansia patologica si sviluppa per alcuni motivi:
Cosa vuol dire stare male a causa dell’ansia? In alcuni casi non svolge la funzione per la quale è stata mantenuta nell’evoluzione del genere umano. Invece di proteggerci, causa infatti dei problemi quotidiani più o meno gravi. Perché quindi alcune persone provano ansia di fronte ad uno stimolo mentre altri no? Come mai alcuni avvertono un “costante stato d’ansia, per ogni cosa” mentre altri no?
La scienza ci insegna che non esiste una sola causa ma diverse che possono, inoltre, influenzarsi a vicenda. Le principali sono:
- Biologiche: a livello biologico, gli studi sostengono che vi siano alterazioni della quantità di alcuni neurotrasmettitori (noradrenalina, serotonina e GABA).
- Apprendimento: spesso, le persone ansiose hanno appreso il “comportamento ansioso” da un genitore o da chi ha avuto un ruolo importante nell’educazione del bambino. Per fare un esempio, il genitore che soffre di un disturbo d’ ansia potrebbe dire ripetutamente al figlio di “fare attenzione a…”. Questo atteggiamento genera nel bambino, che sta imparando, un legame fra la situazione e il possibile pericolo.
- Eventi traumatici: è possibile, che un evento accaduto nel nostro passato abbia fatto sì che ricordassi come potenzialmente dannosa una situazione. L’esempio più facile e comune è dato dal morso del cane nell’infanzia che ha generato il legame fra la situazione (cane) ed il pensiero di pericolo (morso, dolore, ecc.). L’evento traumatico può, però, essere attualmente inconsapevole (es. ho timore dei cani anche se non sono mai stato morso) o di portata maggiore (gravi situazioni che hanno leso l’equilibrio psicologico della persona).
Descrivere i sintomi dell’ ansia non è del tutto corretto perché, come detto in precedenza, ci sono diverse manifestazioni del disturbo che conducono a disturbi specifici i quali hanno sintomi specifici. Possiamo però dire che ogni disturbo d’ansia si caratterizza da sintomi psicologici e fisici (per approfondimenti sui sintomi clicca qui). Per fare alcuni esempi:
- Sintomi psicologici: sono i sintomi legati maggiormente al pensiero come la paura di morire, di perdere il controllo, di manifestare i propri stati d’animo rendendolo evidente agli altri, avvertire tensione, nervosismo, eccessiva preoccupazione, facilità al pianto, ecc.
- Sintomi fisiologici: come tachicardia, sudorazione, dispnea, tremori, aumento della sudorazione, vertigini, debolezza, tremori, ecc.
Un disturbo d’ansia, soprattutto se non trattato nel tempo, potrebbe dare delle conseguenze gravi nella qualità della vita quotidiana e/o manifestarsi anche attraverso disturbi di ordine medico.
Nel primo caso, l’ansia può compromettere la qualità della vita influenzando le relazioni sociali e familiari, la qualità lavorativa, l’autostima, ecc.
Nel secondo caso l’ansia può portare a insonnia, cefalea, disturbi della sessualità, disturbi gastrointestinali, disturbi cardiocircolatori, disturbi dermatologici, disturbi dell’umore, disturbi alimentari, ecc.
La diagnosi dei distubi d’ansia va effettuata necessariamente da uno specialista in quanto il disturbo d’ ansia può essere conseguente ad un altro disturbo, può manifestarsi in concomitanza ad un altro disturbo o, in caso fosse un disturbo d’ ansia per sé, va diagnosticato l’esatto disturbo. È possibile pertanto stabilire una visita psicologica o psichiatrica durante la quale la persona racconterà i propri sintomi. Lo specialista consiglierà quali possono essere le modalità di intervento e trattamento.
I disturbi d’ ansia possono essere curati attraverso:
- Il trattamento farmacologico (valutato e monitorato da uno specialista);
- Il trattamento psicologico o psicoterapia;
- Entrambe i trattamenti: se il disturbo presente influenza la qualità di vita in maniera tale da dover intervenire repentinamente, è possibile introdurre un trattamento farmacologico associato ad una psicoterapia. In questo caso vi sarà il lavoro congiunto del medico di riferimento con lo psicoterapeuta in quanto il farmaco andrà gradualmente sospeso quando gli specialisti concorderanno sugli effetti della psicoterapia.
Dobbiamo tenere in considerazione che il trattamento farmacologico può essere efficace, ma spesso i disturbi d’ansia si ripresentano quando viene interrotto. Secondo i più autorevoli Istituti di Sanità, il trattamento più efficace è il trattamento Cognitivo-Comportamentale. Di seguito il link al National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) – Istituzione preposta alla messa a punto di Linee Guida nel sistema sanitario inglese (NHS – National Health Service) per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di condizioni mediche – www.nice.org.uk/guidance/conditions-and-diseases/mental-health-and-behavioural-conditions/anxiety e il link relativo il trattamento di disturbi conseguenti a condizioni di elevato stress (ad esempio, eventi traumatici) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – www.who.int/mental_health/emergencies/stress_guidelines/en/
- Qual è il costo dell’ansia nella vita quotidiana? La presenza di questo disturbo può influenzare negativamente alcuni aspetti della propria vita o la vita in generale. Il primo consiglio è quello di consultare uno specialista per una visita al fine di capire se sia presente e di quale tipo.
- Alcuni credono che il disturbo “se ne andrà da solo” ma spesso non è così anzi, nella maggior parte dei casi, peggiora nel tempo.
- Spesso, si crede di poter affrontare in autonomia il problema. Il disturbo è dato principalmente da una modalità di pensiero disfunzionale ma, la persona, pensa e si comporta in quel modo in quanto conosce solo quei mezzi. È difficile pertanto effettuare un cambiamento se non ho altri mezzi di pensiero e comportamento.
- Non esiste un’età adeguata. Non si è quindi troppo giovani o troppo maturi per affrontare il proprio problema. Lo specialista vi dirà il metodo più opportuno per trattare il disturbo.
- Diffidare di cure e trattamenti che non sono riconosciuti a livello scientifico. Dobbiamo ricordare che i disturbi d’ ansia, ed in generale tutte le problematiche psicologiche, trovano la cura in campo sanitario perché sono stati “studiati e costruiti” dei trattamenti specifici dove l’efficacia è stata verificata nel tempo. I rischi nell’intraprendere strade sbagliate sono differenti, come prolungare il periodo del disturbo, non ottenere risultati e scoraggiarsi, affrontare una spesa economica inutile, “saltare” da un finto-trattamento ad un altro senza risolvere il problema e aggravare il disturbo.
Dott.ssa Elisa Negro
Psicologo – Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Dottore di Ricerca in Neuroscienze Cliniche
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!