La Psicoterapia con il bambino e l’adolescente
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Le informazioni contenute in questo articolo si basano sul metodo da me utilizzato e basato secondo la terapia Cognitivo-Comportamentale. Altri metodi di intervento, potrebbero essere strutturati diversamente.
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- Introduzione
- Com’è strutturata la visita psicologica con il bambino
- Come comunicare al bambino il colloquio psicologico
- Come affrontare le opinioni dei parenti, degli amici o dei conoscenti
- Il ruolo dei genitori
- Consigli utili
Utilizziamo il termine “età evolutiva” per indicare la fascia di età compresa fra i 3 ed i 18 anni. Questo periodo di vita è estremamente importante per affrontare adeguatamente l’età matura. E’ il periodo in cui vengono apprese informazioni riguardanti sé stessi, gli altri e la vita in generale. Le informazioni raccolte devono inoltre essere adeguate ai cambiamenti fisici, comportamentali ed emotivi che l’individuo affronta. Possiamo quindi vedere l’età evolutiva come un periodo caratterizzato da apprendimento di informazioni, adeguamento delle informazioni a sé stessi e cambiamento. Tutto ciò comporta non poche difficoltà sia nell’individuo che nelle persone che si prendono cura di lui.
Dobbiamo fare una premessa. Il primo colloquio varia a seconda dell’età. Possiamo differenziare il colloquio con il bambino dal colloquio con l’adolescente. Con l’adolescente, di norma, la prima visita avviene in due fasi. In un primo momento saranno presenti i genitori mentre, dopo un colloquio iniziale, lo psicologo rimarrà da solo con il ragazzo.
Per quanto riguarda la visita psicologica con il bambino il primo colloquio avviene, invece, con i genitori o chi si prende cura di lui. Durante questo incontro, viene richiesto il motivo per il quale si contatta lo psicologo, la storia di vita del bambino e la storia delle problematiche riferite. Uno o più, successivi colloqui avvengono in presenza del bambino. Vi è infine un incontro dove verrà comunicato ai genitori se è consigliabile un trattamento o meno ed il tipo di terapia da effettuare. Nella maggior parte dei casi, il trattamento (o psicoterapia) con il bambino è un intervento di breve durata.
La comunicazione della visita psicologica è un problema diffuso. Molti genitori non sanno “come” dire al proprio figlio che dovrà incontrare uno psicologo. Questo timore, in alcuni casi, è più dell’adulto piuttosto che del bambino. I motivi possono essere molti come la paura del giudizio di parenti o amici, il timore del giudizio degli amici del figlio, l’associare lo psicologo alla “malattia mentale”, il timore degli esiti della visita, e molto altro.
Con il proprio figlio, consiglio sempre di essere sinceri. La spiegazione per i più piccoli, del ruolo dello psicologo, potrebbe essere “andremo da un dottore che aiuta i bambini a cambiare qualche comportamento” oppure “mamma/papà ha bisogno di chiedere a questo dottore come fare ad affrontare questo problema. Mi accompagni?”. Non abbiate paura di comunicare l’incontro con uno psicologo. Se vivete serenamente voi questo momento, sarà sereno anche vostro figlio.
Il timore di rivolgersi ad uno psicologo, viene spesso aggravato dal giudizio di parenti, amici o conoscenti. Si può spiegare, se necessario, che l’intervento dello psicologo è limitato alla soluzione di una problematica che il genitore o i parenti non sono in grado di risolvere perché esula dalle proprie conoscenze e possibilità. Non si tratta di una mancanza genitoriale. Si tratta di un problema che può risolvere solo uno specialista come capita in altri campi lavorativi. Inoltre, possiamo spiegare che l’intervento sul bambino è volto, nella maggior parte dei casi, a correggere solamente dei comportamenti. La correzione degli stessi aiuterà non solo il bambino o l’adolescente ad affrontare meglio la sua vita quotidiana ma si rifletterà anche sul benessere famigliare.
I genitori hanno un ruolo fondamentale principalmente per alcuni aspetti.
- Lavorando con un minore, è necessario il consenso del genitore per poter intervenire sul problema del bambino il quale, se non trattato, potrebbe aggravarsi nel tempo.
- Nel momento in cui i genitori richiedono una visita, stanno già lavorando sulla promozione del benessere del proprio figlio.
- Come detto in precedenza, i genitori raccontano la storia di vita del bambino fornendo preziose informazioni a riguardo del suo comportamento e della sua personalità.
- Nel momento in cui il bambino vede un attento coinvolgimento dei genitori, consolida la consapevolezza delle cure genitoriali e sviluppa inoltre l’idea dell’importanza del trattamento.
- I genitori inoltre, possono avere anche un ruolo attivo. In alcuni casi possono essere coinvolti in parte o totalmente nell’eventuale terapia. Perché? Ad esempio, al genitore potrebbero essere insegnate delle tecniche o dei metodi di trattamento del problema. Il genitore assumerebbe quindi il ruolo dello specialista avendo la possibilità di lavorare con il figlio quotidianamente.
La collaborazione del genitore è pertanto necessaria e fondamentale per una buona riuscita della terapia. C’è da tenere in considerazione che sarà lui stesso a fornire le cure adeguate nel periodo post-terapeutico e dovrà pertanto essere messo in condizione di avere sufficienti informazioni ed eventuali metodi per intervenire direttamente sulla promozione del benessere del proprio figlio.
Il periodo della crescita è un periodo caratterizzato da cambiamenti più o meno frequenti che possono recare disagio nel proprio figlio e, di conseguenza, nei famigliari. Teniamo in considerazione che noi adulti ragioniamo con una idea di ciò che siamo e ciò che ci circonda abbastanza solida e strutturata; i nostri figli, invece, la stanno costruendo. Il primo consiglio è quindi cercare di essere “mentalmente flessibili”. Dobbiamo “amalgamarci” con il periodo di vita che il bambino o l’adolescente sta vivendo mantenendo però le regole basilari da noi impostate. Essere flessibili vuol anche dire non crearci delle aspettative elevate o non adeguate alla sua personalità ed età. Se abbiamo dei dubbi, possiamo contattare uno specialista il quale farà chiarezza sull’eventuale problema. La visita psicologica, richiesta in un periodo di vita caratterizzato dal cambiamento, è importante non solo per il figlio ma anche per il genitore.
Dott.ssa Elisa Negro
Psicologo – Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Dottore di Ricerca in Neuroscienze Cliniche
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